Dott.ssa Monica Di Stefano
Psicologia / Società
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Rassegna di strumenti disponibili gratuitamente sul web per aiutare i genitori a parlare della Pandemia da Covid-19 con i loro bambini.
Tutto il mondo, in questi primi mesi del 2020, si sta indubbiamente confrontando con uno dei momenti più drammatici dell’ultimo secolo, forse mai vissuti dopo le guerre: la diffusione pandemica dell’infezione da Coronavirus (Covid-19) rende la dimensione di questo fenomeno quasi “apocalittica”.
Per lo più, dall’inizio del lock down, ognuno di noi ha verosimilmente attraversato un primo, immediato, “stadio” di confusione e stordimento, causato dalla repentina, imprevedibile e brusca frenata, con il passaggio da una vita carica e forse anche appesantita di impegni, a una stasi, una “reclusione” forzata in isolamento, con una forte limitazione alla propria libertà personale.
Da questo primo periodo, siamo poi transitati in uno stadio quasi maniacale, di forte iperattività. Inizialmente, probabilmente a molti di noi sarà sembrato quasi “positivo” avere cosi’ tanto tempo da dedicare alla casa, alla famiglia, a cose rimandate da sempre o rimaste incompiute, potere riposare e godersi gli affetti più cari.
Anche i bambini verosimilmente hanno vissuto questi “stadi” da confinamento: inizialmente spaesati… poi felici che non suonasse la sveglia ogni mattina per andare a scuola, di potere giocare o cucinare con mamma e papa’ ed averli tutti per sè a casa invece di rimanere con la baby sitter o dai nonni, essendo solitamente “iper-occupati” tra scuola tennis, danza, corso di teatro, inglese, scacchi, lezioni di batteria, corso di violino, etc.
Ma progressivamente, trascorse le prime settimane, si è assistito a una presa di consapevolezza che non ha risparmiato i più piccoli: se da un lato gli adulti dovranno fare i conti con le ricadute prevedibilmente disastrose della pandemia in ambito economico e sanitario, anche i bambini stanno vivendo uno stato di “sospensione ed incertezza” che può generare alti livelli di ansia e tristezza.
Il bambino è stato esposto e continua ad esserlo a una serie di cambiamenti che non sembra fuori luogo definire “traumatici”, poiché hanno ridotto la qualità della sua vita:
- improvvisa perdita di abitudini fino ad allora routinarie e per questo rassicuranti,
- perdita dei contatti con i pari, fondamentali per il proprio benessere affettivo/emotivo e per la propria crescita (con i miei amici gioco, mi diverto, imparo, litigo e poi faccio pace, etc…),
- rarefazione dei contatti con caregiver fondamentali sotto il profilo affettivo: i nonni, gli zii,i cuginetti, etc,
- obbligo, per loro spesso incomprensibile, di adottare alcune “strane” abitudini quali l’indossare delle buffe mascherine, evitare di toccarsi il viso, starnutire nella piega del gomito, non abbracciare più le persone non familiari.
A ciò si aggiunge l’osservare e il leggere, con l’accuratezza che i bambini sanno avere, la preoccupazione/angoscia negli occhi e nei comportamenti degli adulti di riferimento e l’essere costantemente esposti a una sorta di bombardamento mediatico dal forte connotato ansiogeno (basti pensare alla lunghissima marcia notturna di ambulanze che trasportavano soggetti infetti provenienti da una RSA, alla fila di camion militari colmi di defunti a Bergamo, alle interviste e ai racconti strazianti del personale sanitario direttamente coinvolto nell’ emergenza, ai bollettini della protezione civile….etc).
Allora che fare genitori? Come aiutare i vostri bimbi?
Da professionista che svolge il proprio lavoro a fianco delle famiglie con i bambini, ho molto riflettuto su un episodio accaduto poco prima della chiusura della struttura dove lavoro: qualche giorno prima del lock down, ho incontrato in reparto un mio piccolo paziente (che chiamerò con un nome inventato) Tommy, che, vedendo me e la sua logopedista che indossavamo mascherine, camici “abbottonatissimi” e due paia di guanti, ha esclamato felice e divertito verso la sua mamma: “mamma che bello!!!!”, immaginando si trattasse di un nuovo gioco. Io, la mia collega e la sua mamma eravamo invece terrorizzate per l’incremento dei contagi e per l’imposizione perentoria dell’uso dei presidi sanitari di protezione.
Questo episodio e la reazione di “Tommy”, mi hanno fatto riflettere sulle risorse che un bambino ha anche in momenti più drammatici e sulla sua creativa prospettiva.
Uso delle favole terapeutiche
La fantasia costituisce una strategia di difesa molto efficace per il bambino di fronte a situazioni di disagio, tanto che la sua sollecitazione viene utilizzata largamente in ambito terapeutico infantile. L’uso della narrazione in psicoterapia con bambini e adolescenti si basa, infatti, su un principio generale: i bambini amano le storie.
Esse gli consentono di sviluppare le capacità e le conoscenze necessarie per risolvere più efficacemente le difficoltà della vita. Le favole terapeutiche per lo più si basano sulla “metafora”, cioè una forma di comunicazione di genere narrativo in cui una espressione viene tratta da un campo di esperienza e usata per dire qualcosa di un altro campo di esperienza. L’associazione simbolica conferisce alle metafore la loro efficacia letteraria e terapeutica.
In terapia la metafora serve a parlare ai bambini in modo indiretto, immaginoso e implicito di esperienze, processi o cambiamenti che possono contribuire a risolvere i loro problemi e suggerire nuovi modi per far fronte alle difficoltà.
Le favole o storie cosiddette “terapeutiche” sono costruite deliberatamente per uno specifico scopo “terapeutico” (per esempio si usano molto nell’ambito dei traumi infantili, nella separazione genitoriale, nell’elaborazione di un lutto).
Le storie per comprendere il Coronavirus
In questo periodo di pandemia, sono disponibili sul web molti contributi che, mediante la narrazione, perseguono i seguenti scopi con i bambini:
- informare, in modo chiaro ed accessibile al bambino, in merito all’infezione da Coronavirus;
- rassicurare, ridurre i livelli di ansia;
- spiegare la necessità di seguire delle norme per la prevenzione (uso della mascherina, lavare le mani, non toccarsi il volto occhi e naso con le mani, etc…).
A seguire vengono elencate alcune tra le più interessanti proposte di questo tipo per i bambini, reperibili gratuitamente sul web e scaricabili su qualsiasi apparecchio (computer, tablet , cellulare) .
Favole
- “Laila e il Coronavirus”, di Nicola Vascotto, su www.scienzaexpress.it;
- “Lo scienziato volante” , di Federico Dalla Rosa e Valentino Villanova, su www.valentinovillanova.it.
Il fumetto descrive molto bene il punto di vista dei bambini che non riescono ad avere chiare informazioni dai genitori, molto preoccupati e che non riescono ad aprirsi esprimendo la propria ansia e rabbia. L’intervento di un simpatico scienziato, consentirà al bambino di avere le informazioni di cui aveva bisogno, con chiarezza. Le immagini sono molto colorate e vivaci, le spiegazioni chiare, dai 6-7 anni.
- “L’esserino che indossava tutti i giorni la corona” di Susanna Ascarelli, su www.lastampa.it. Disegni molto delicati e dialoghi e argomenti trattati in modo molto chiaro, a portata di bambino!
- “Guida galattica al Coronavirus”, di Erika Nerini e Daniela Longo, su www.muba.it (museo dei bambini di Milano). Si tratta di una guida informativa costruita in modo intelligente e molto stimolante per bambini e che fornisce anche una chiave per vedere in modo divertente e creativo alcune norme di prevenzione (Ad esempio inventare un nuovo saluto “ a distanza” invece di stringersi la mano).
- “Coronavirus, il virus birbantello” di Ilaria Flauto, una delle poche “insegnanti per la gentilezza” su www.tuttoscuola.it”).
- “Mamma,papa’…cos’è il Covid-19?” di Anna Gonella, su www.fondazionesolidal.it.
Un libro ma anche una utilissima guida, creata da una psicologa, che accompagna i genitori, nella lettura, nella risposta alle domande dei bambini e nella proposta di attività divertenti correlate da svolgere insieme.
Video-storie
- “Leo e Giulia cartoon , Noi come voi” – progetto creato da Anna Odone e promosso dall’Ospedale S. Raffaele in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, su youtube.
- “I consigli di Mio, Mia e Meo” – creato dalla FIMP (Federazione italiana medici Pediatri), su www.miomiaemeo.it
- “Il Coronavirus spiegato ai bambini dall’Eurac Research di Bolzano”, su youtube.
- “Il Coronavirus spiegato ai bambini dai bambini” su www.ohga.it: un bambino molto simpatico spiega in modo diretto, semplice e divertente ai suoi coetanei cos’è il Coronavirus e cosa fare per evitarne la diffusione.
- “Puntata –Mascherine e coroncine su La posta di Yo-Yo” – su www.rapiplay.it
Infine, resta senza dubbio l’opportunità in questo periodo particolare, per ogni genitore, di usare la propria immaginazione e creatività, anche in base alla conoscenza delle preferenze, degli interessi del proprio figlio, per creare una storia nuova, autentica, inventata da sè, che dovrebbe avere i seguenti requisiti:
- Essere molto chiara nel fornire informazioni al bambino (poche informazioni alla volta, chiare, in linguaggio adatto alla comprensione per età cronologica ed eventuale patologia del bambino);
- Essere interessante e vivace , magari usando un personaggio con dei poteri speciali (magico),
- Essere rassicurante: deve fornire un punto di vista diverso al bambino, creativo, una soluzione, un trucchetto, che il protagonista usa per andare avanti e superare gli ostacoli e le difficoltà,
- avere un finale positivo (happy end) e, possibilmente, carico di speranza per il futuro.
Dott.ssa Monica Di Stefano
Neuropsichiatra infantile