Psicoterapia dell’infanzia
I bisogni di un bambino sono per natura rivolti all’ambiente all’interno del quale si nutre e cresce, il mondo familiare.
L’accudimento che è il modo attraverso il quale l’ambiente familiare si prende cura dei piccoli è una funzione che risponde più alle capacità di provare empatia da parte dei genitori che di applicare forme di accudimento socialmente riconosciute come più valide.
In alcuni momenti tuttavia l’ambiente, e quindi le figure genitoriali, sembrano rispondere più ad una relazione cognitivamente e razionalmente ritenuta giusta più che ad un interazione spontanea, emotiva, empatia con I figli.
Ci riferiamo a strumenti educativi appresi più che sentiti personalmente e soggettivamente.
In questi casi il bambino avverte un distacco emotivo dal genitore ritrovandosi immerso in un senso di solitudine.
I disagi del bambino si manifestano nei momenti in cui la relazione con i genitori non viene sentita confortante. Anche all’interno di ambienti familiari in cui I figli vivono in sicurezza ed hanno apparentemente tutto ciò di cui hanno bisogno, questo può accadere.
È importante sapere che i segnali attraverso cui un bambino comunica un proprio disagio, non rappresentano in maniera diretta ciò che gli manca. Il sintomo rappresenta una comunicazione in codice del disagio che richiede un’interpretazione.
Il motivo per cui un bambino ha paura del buio non è facilmente riconducibile alla reale paura del bambino, così come l’enuresi non è facilmente riconducibile al disagio corrispondente.
L’interpretazione dei reali bisogni di un bambino ed il loro riconoscimento, che porta allo svelamento del sintomo e quindi alla sua sparizione, è una funzione che riguarda la psicoanalisi infantile.
Incontrare un bambino in analisi significa poter concedergli di “dipingere”, attraverso il gioco, il proprio “mondo interno” a cominciare dalle cose che gli piacciono per finire alle paure più nascoste. Il setting Psicoanalitico col bambino prevede una stanza dei giochi. Non si tratta di giochi strutturati ma di giochi da inventare, costruire.
Si può disegnare, parlare, giocare, a seconda di ciò che più desidera il bambino. (“Colloqui psicoterapeutici con I bambini” D. Winnicott)
La differenza tra la stanza di analisi e la stanza di casa consiste nel fatto che la psicoanalisi infantile non si limita all’osservazione della logicità del gioco e del fatto che sia svolto nel modo giusto ma cerca di mettersi in ascolto delle emozioni del bambino, rendendo esplicite le sensazioni ed i sentimenti che non riesce a comunicare consentendo una ridefinizione del concetto di limite e di divieto.
Al bambino l’area del gioco in analisi, inevitabilmente diversa da quella a cui è abituato, consente una nuova esperienza. La possibilità di mettere in scena, attraverso il gioco, sentimenti non comprensibili, non riconosciuti in famiglia, rappresenta quell’esperienza trasformativa che è lo scopo dell’analisi.