Oltre la diagnosi

diagnosi di personalitàPREMESSA

 

La richiesta d’aiuto rivolta ai medici ed agli psicologi dipende dalla percezione di un disagio a livello fisico o psicologico che ci spinge alla ricerca di una diagnosi.

 

Diagnosi è una parola di etimologia greca composta da dia = per mezzo e gnosis = cognizione che indica il “conoscere il mezzo attraverso cui….”, “ il come…”.

 

La parola diagnosi sembra riguardare un percorso che consenta di esplorare per conoscere e comprendere la natura di un sintomo.

 

Sembra tuttavia che ci si limiti spesso ad un’interpretazione riduttiva di questo termine. Si finisce per ad attribuire un’accezione statica ad una parola, diagnosi appunto, che ha invece una natura dinamica.

 

La richiesta di una diagnosi, e di conseguenza il rivolgersi al professionista che possa rispondere a quella specifica domanda, è importante ma al tempo stesso rischia di essere limitativa nel momento in cui determina una delega, che pone il medico in posizione attiva ed il richiedente in un’attesa passiva.

 

LIAF sostiene l’importanza di sfruttare la diagnosi con l’intento di riabilitarsi ma soprattutto di riappropriarsi di una posizione attiva indispensabile per affrontare il sintomo.

 

L’impegno di L.I.A.F a favore delle famiglie che vivono un disagio dei figli è:

 

  • di informare, attraverso il sito internet centroinfanziadolescenza.it sulle problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza e degli strumenti utilizzati per affrontarle
  • di fornire un sostegno rivolto ai genitori ed all’ambiente familiare inevitabilmente influenzati dalla sofferenza o dal disagio dei figli
  • di sviluppare la ricerca al fine di evidenziare l’interdipendenza tra aspetti organici e psichici attraverso i risultati raccolti.

 

L.I.A.F sostiene un’idea di cura da intendersi come processo in cui il benessere non è raggiunto esclusivamente dal medico ma dalla coppia medico-paziente o medico-gruppo/famiglia. Un’ottica secondo cui chi fa richiesta al medico rappresenti sempre una parte attiva (più correttamente definibile “co-attiva”).

L.I.A.F attraverso le diverse aree di intervento cerca di individuare alcuni ambiti che attualmente risultano di maggiore interesse per la ricerca e la comprensione dei disagi in infanzia e adolescenza oltre che nell’ambiente familiare circostante.

 

 

UNA UNITÀ DI INTENTI

 

I professionisti in LIAF concordano sull’importanza dell’ambiente come elemento strettamente correlato al sintomo. Questo significa che l’area genitoriale e familiare rappresenta un elemento centrale per il sostegno e la cura dei figli.

È per questo che i professionisti LIAF ritengono fondamentale il lavoro con i genitori.

Il disagio fisico ed emotivo lascia sempre un “eco” attorno a se’, e sulle persone care, per effetto di una risonanza emotiva, che coinvolge l’ambiente circostante e familiare.

La famiglia quindi rappresenta il terreno nel quale si è sviluppato il sintomo ma allo stesso tempo la risorsa che può aiutare la persona a regolarlo e contenerlo.

In altre parole è di fondamentale importanza l’ambiente relazionale della persona che chiede aiuto e l’importanza che questo ambiente sia coinvolto, per quanto possibile, nel raggiungimento del benessere della stessa.

 

La nuova ottica di lavoro che L.I.A.F sostiene quindi riguarda un concetto di cura che dovrebbe essere pensato e concepito secondo un’accezione più ampia, per riferirsi ad un sostegno che vada oltre la diagnosi.

 

 

LA DIAGNOSI ED IL SINTOMO

 

L’obiettivo della cura è spesso riferito all’eliminazione del sintomo. Questa idea comune sembra non tenere in considerazione la funzione difensiva del sintomo.

In altre parole il sintomo è certamente espressione di un disagio, di un disturbo o di una sofferenza ma rappresenta allo stesso tempo l’unico modo che la persona possiede per comunicare il proprio dolore.

 

Il sintomo sembra erroneamente identificato come causa della sofferenza quando invece sembra rappresentarne la diretta conseguenza…

Il sintomo, che afferisca all’area medica o a quella psicologica, appare sempre come una risorsa che consenta al paziente di liberarsi da un dolore più profondo, come l’unica forma di comunicazione che permetta al mondo interno della persona di comunicare con il mondo esterno.

 

Il sintomo rappresenta pertanto una sorta di ultima spiaggia, che consente di ridurre e di attenuare una sofferenza ancora più dolorosa.

Il riconoscimento della natura e della radice di un sintomo è un processo che riguarda tanto la Medicina quanto la Psicoanalisi.

Entrambe si propongono di prendersi cura della persona accogliendone la manifestazione sintomatologica ma sopratutto ricercando le cause che l’hanno generata e le condizioni ambientali che ne hanno consentito di proliferare.

 

Il lavoro psicoanalitico in particolare dimostra come il processo di guarigione non avvenga per eliminazione di un sintomo o per il suo evitamento ma grazie ad un processo di trasformazione. Il passaggio cioè da un esprimersi dovendo far ricorso al sintomo all’esprimersi potendo far a meno di esso.