Psicologia per la scuola
Il servizio di psicologia per la scuola rappresenta uno degli obiettivi principali su cui si fonda L.I.A.F. L’idea di fondo, concerne anzitutto la possibilità di fornire sostegno ai giovani nell’età della crescita ed in questo senso l’attenzione di L.I.A.F è rivolta alle famiglie. Assieme alla famiglia, tuttavia, assume un ruolo e un’importanza non secondaria la scuola. A scuola il bambino e l’adolescente esprimono il proprio modo di essere mettendo in atto le stesse dinamiche relazionali che nascono e si sviluppano nell’ambiente familiare.
È importante precisare che la scuola non rappresenta una diretta proiezione dei “modi di essere” e dei “modi di fare” attribuibili al mondo intra-familiare ma qualcosa di più. Spesso l’ambiente extra-familiare, rappresenta quel mondo esterno in cui è possibile esprimersi in modo nuovo, diverso. Quello extra-familiare diventa il mondo nel quale è possibile sperimentare nuovi comportamenti, stabilire nuove relazioni e vivere sentimenti a volte disapprovati dal “sistema famiglia”.
Per questo motivo l’ambiente extra-familiare, del quale la scuola rappresenta una cospicua porzione, diventa il luogo in cui I bambini e gli adolescenti riversano I propri vissuti emotivi: quelli di cui sono ben consapevoli e su cui sono istruiti e quelli di cui non hanno sempre consapevolezza e su cui non sono molto “ferrati”. Ecco che la scuola diventa il luogo dell’educazione e della maleducazione, dell’istruzione e del rifiuto di ogni regola, della socialità e del bullismo, dei gruppi e dell’isolamento, della consacrazione della propria immagine corporea e del giudizio di inadeguatezza della stessa, della felicità è dell’infelicita.
Ciò che è importante sottolineare è che l’ambiente scolastico riceve, tra le altre cose, quei vissuti emotivi che i giovani non esprimono in famiglia e che rappresenta pertanto un luogo di sperimentazione. La scuola è anche il luogo in cui nasce e si sviluppa quell’idea di autonomia e di indipendenza che spesso i figli nascondono alla famiglia ed il cui riconoscimento non è mai semplice per i genitori ed allo stesso tempo è controverso per i figli. Per questo le famiglie non sono sempre a conoscenza del “modo di essere” dei figli nel mondo extra-familiare.
Nell’ambiente scuola assistiamo spesso all’esplodere di tante novità che vanno dalla nascita di una nuova immagine dei ragazzi, diversa da quella familiare, alla sperimentazione di nuovi vissuti emotivi, all’azione di altri stati d’animo e comportamenti a volte pensati e ponderati ma tante altre volte agiti e sconsiderati.
Limiti del sistema scolastico
La scuola inevitabilmente si ritrova costretta, a partire da questa presa di coscienza, a ricevere ed a farsi carico degli allievi nella loro interezza e complessità, quindi non solo delle loro funzioni cognitive e intellettive ma anche della loro emotività.
È chiaro e comprensibile che la scuola ed i docenti sono principalmente formati e abilitati per farsi carico delle funzioni cognitive ed intellettive della persona mentre non lo sono altrettanto per farsi carico e riconoscere le difficoltà emotive non manifeste di un allievo. Tali difficoltà dipendono dal fatto che i metodi più comuni di osservazione del comportamento tendono a valutare il comportamento manifesto e difficilmente quello tacito (ragazzi che non rivelano le proprie preoccupazioni), latente (ragazzi che non si accorgono di avere delle problematiche) o idealizzante (ragazzi che, negando paure importanti, dipingono la propria vita come fantastica o perfetta).
Va detto che affrontare le problematiche o discutere delle difficoltà di un allievo attiene ad un compito che ha a che fare con la privacy e la riservatezza che non sempre il contesto scolastico può garantire. Non esistono ad oggi, nel nostro sistema scolastico, protocolli che prevedano e diano l’importanza che meritano agli aspetti emotivi degli allievi, forse perché si pensa di poter assolvere al “compito” facendosi carico esclusivamente delle parti cognitive della persona.
Eppure l’emotività della persona è quella parte del Se’ che incide profondamente scelte, nel l’accettazione, nei rifiuti, nella scelta delle amicizie, nella programmazione del futuro, nelle scelte universitarie e forse per questo andrebbe maggiormente accolta e favorita.
Obiettivi
L.I.A.F propone alla scuola tre moduli, rivolti rispettivamente ai docenti, ai genitori e agli alunni.
Ai docenti
Il lavoro svolto dagli insegnanti all’interno della scuola è il lavoro più importante e delicato. L’insegnante si ritrova a rappresentare, per il gruppo classe, l’autorità genitoriale e per questo sarà oggetto di tutte quelle proiezioni emotive che rappresentano le diverse modalità che gli allievi utilizzano in casa nel rapporto con le figure che rappresentano quella stessa autorità.
Spesso, tali proiezioni, sono veicolo di rispetto, di ascolto, di accettazione delle regole imposte e di condivisione del metodo di insegnamento/educazione.
Altre volte l’insegnante viene investito da sentimenti di ostilità, diffidenza, sfida, rifiuto delle regole o della proposta didattica.
Fin qui si è configurato un quadro forse verosimile e facilmente riscontrabile in tutte le classi in cui ci sono allevi molto diversi gli uni dagli altri. E certamente non si chiede alla scuola ne’ all’insegnante di modificare certe dinamiche familiari dalla classe.
Ciò che però potrebbe rappresentare un aiuto possibile per gli insegnanti potrebbe avere a che fare con il riconoscimento dei propri sentimenti che scaturiscono dell’interazione con il gruppo classe (ad esempio sentimenti di rabbia o frustrazione o risentimento o di quel senso di colpa che spesso attiene alla impossibilità di portare a termine il programma, sviluppare la proprio metodo di insegnamento oppure aiutare certi alunni in difficoltà).
I vissuti emotivi dell’insegnante, che scaturiscono dell’interazione con la classe, possono a volte condizionare il comportamento stesso dell’insegnante rispetto alla classe e non solo…
Altro elemento da evidenziare è l’impossibilità, da parte degli insegnanti, di entrare in contatto con i sentimenti nascosti degli alunni, quelli più celati. E questo porta al non accorgersi di certi comportamenti definiti “anomali” o a volte “invisibili” che rappresentano vere e proprie richieste d’aiuto da parte degli alunni.
Obiettivi
- Incontri finalizzati a mettere in evidenza le dinamiche di classe più complesse
- Individuazione di nuovi metodi di osservazione della classe e del singolo
- Scelta di diverse modalità comunicative
- Focalizzazione di obiettivi condivisi con il gruppo classe
Ai genitori
La funzione genitoriale a scuola è svolta dal docente ma affinché tale funzione possa essere esercitata è necessaria una precondizione: la “delega”; che il genitore riconosca ed accetti di riporre nelle mani della scuola la formazione del proprio figlio. Questo passaggio del testimone, dal genitore al docente, qualche tempo fa era un processo immediato e spontaneo potremmo dire, mentre oggi risulta per lo meno più complesso e non scontato.
La vita scolastica dei ragazzi sembra denotare oggi più che mai notevoli difficoltà: di adattamento alla classe, di socializzazione, di rispetto dell’autorità rappresentata dal docente, di conflitto con le regole della scuola, a volte tali difficoltà di inserimento hanno a che fare con l’approvazione dell’intero sistema scolastico.
Il contributo di L.I.A.F ad un’analisi più approfondita delle dinamiche relazionali in gioco consiste nel sostenere l’entrata in gioco di certe “resistenze” da parte del genitore. Sembra che il genitore, in altre parole, sia a volte restio a delegare e che mantenga una posizione di conflitto con il tema dell’autorità, riversando sui docenti tale conflitto ed investendo gli docenti di colpe.
Un altro elemento da sottolineare riguarda invece la difficoltà, da parte dei genitori, a far presa sui figli espressa dalla difficoltà a fornire delle regole sapendo che saranno rispettate.
Incontri collettivi
- Discutere sulle dinamiche del gruppo di classe viste con gli occhi dei genitori
- Confronto con gli insegnanti sulle problematiche della classe
- Individuazione di nuovi metodi di osservazione del gruppo di classe
Incontri singoli
- Analisi di casi specifici
- Confronto con insegnanti
- Consulenze
Agli alunni
Va premesso che non è la scuola il luogo più adatto per parlare di se’ in totale riservatezza e per costruirsi un “luogo per pensare”, quel luogo privato e riservato che consenta di ricostruire il senso delle nostre azioni e dei nostri vissuti che concerne più “la stanza di analisi” (W. Bion “la stanza di analisi”) ed il percorso Psicoanalitico. Tuttavia sappiamo che non è sempre facile cominciare un percorso di analisi personale, sia per timori personali che per la paura dei genitori.
Molto spesso tuttavia capita di poter fare la richiesta di parlar con lo psicologo all’interno di ambienti più familiari come è la scuola.
A volte i ragazzi richiedono la presenza degli psicologi a scuola, ma solo nelle scuole che comprendono il bisogno dei giovani di dare spazio al proprio vissuto emotivo e che ammettono il limite della classe docente ad incontrare gli allievi anche su questo livello, vengono programmati protocolli di incontro con gli psicologi.
Lo psicologo a scuola non può svolgere una funzione terapeutica nei confronti ne del gruppo ne del singolo, ma può informare e parlare delle emozioni dei ragazzi cercando di sostenere lo slogan “I pensieri non sono malattie…” e facendo passare il messaggio che la soggettività non è un limite della persona ma una risorsa.
L’incontro dello studente con uno psicologo può avvenire per richiesta del singolo o della classe, a volte di un insegnante o del dirigente scolastico. Pertanto può scaturire da problematiche di gruppo, che riguardano la classe, o dal singolo.
La scuola può fare richiesta a L.I.A.F di programmare moduli differenti a seconda se l’incontro sia rivolto al gruppo o al singolo.
Gli incontri di gruppo più richiesti hanno carattere di assemblea a tema e coinvolgono liberamente gli studenti. Questo incontri, a cui la partecipazione è facoltativa, sono molto fruibili in quanto non coinvolgono necessariamente lo studente e garantiscono la privacy e la riservatezza in quanto i temi trattati sono precedentemente concordati e la discussione è condotta dagli psicologi sul tema scelto.
Altri tipi di incontri di gruppo possono essere svolti in classe per richiesta relativa ad una problematica specifica espressa dal gruppo classe.
Incontri collettivi
- Discussione su temi specifici
- CIRCLE TIME (a tema)
- Laboratori emozionali
- Giochi di ruolo
Incontri individuali
- Sportello d’ascolto
- Colloqui conoscitivi
- Colloqui di sostegno